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PSICOLOGIA DELLO SPORT

Cenni storici:

Antonelli e Salvini definiscono la Psicologia dello Sportuna vasta corrente di pensiero dove confluiscono diverse dottrine (psicologia, medicina, psichiatria, sociologia, pedagogia, filosofia, igiene, educazione fisica, riabilitazione, ecc) ed è pertanto un argomento di competenza miltidisciplinare aperto al contributo che ciascuno può portare sulla base della propria preparazione specifica’.

                                                                                                                                   (Antonelli e Salvini, 1978)

 

La Psicologia dello Sport è interessata a come la partecipazione allo sport, all’esercizio ed all’attività fisica possa accrescere lo sviluppo personale ed il benessere durante l’intero arco della vita.

Anche se non in modo ufficiale, la Psicologia dello Sport ha avuto una certa considerazione fin dall’antichità. Infatti, che la mente può influire significativamente su ogni attività umana e anche su quella sportiva è stato certamente chiaro fin dai primi Giochi Olimpici. Molti sono i manoscritti giunti fino a noi, da Omero, Euripide, Pausania, e tanti altri, i quali narrano come, fin da allora, una competizione sportiva non dipendeva solo dalla prestanza fisica dell’atleta, ma anche dalla strategia, dal coraggio, dallo stato d’animo, dagli stati emotivi, tutte caratteristiche strettamente legate all’attività mentale dell’atleta. Nonostante ciò solo intorno al 1890 alcuni educatori hanno espresso le loro opinioni sugli aspetti psicologici dell’educazione fisica. Norman Triplett nel 1897 effettuò i primi studi sulla performance in situazioni di agonismo, ma fino al 1920 la letteratura esistente in merito comprendeva in prevalenza articoli piuttosto isolati. Coleman Griffit, nel 1925, istituì il primo laboratorio di Psicologia dello Sport nell’Università dell’Illinois.

Nel 1965, a Roma, si è svolto il primo Congresso Mondiale di Psicologia dello Sport fortemente voluto da uno psichiatra italiano, Ferruccio Antonelli, che ebbe il merito di riunire molti esperti del settore. Nello stesso anno a Roma si fondò l’International Society of Sport Psychology, nel 1970, Ferruccio Antonelli, convinse un suo amico editore, Luigi Pozzi, a pubblicare l’International Journal of Sport Psychology. Tra il 1970 ed il 1980, furono condotti studi sul miglioramento della performance, sulla personalità dell’atleta e sulla motivazione, Ruffar e Tattersfield nel 1975, Gillmore nel 1976. In Italia la figura del Prof. Ferruccio Antonelli ha rappresentato una pietra miliare nella storia della Psicologia dello Sport in Italia, sia per aver contribuito alla realizzazione del primo Congresso Mondiale di Psicologia dello Sport a Roma, sia per essere riuscito a tenere insieme la maggior parte degli esperti italiani del settore.

Per quanto riguarda gli obiettivi di questa disciplina, la Psicologia dello Sport ha un ampio raggio di azione, che può essere diviso in due categorie: l’intervento svolto verso gli sportivi e le realtà sportive ad alto livello da una parte, e l’intervento psicologico, educativo e sociale dall’altra, realizzato spesso in settori non necessariamente professionistici. Rientra in questo tipo d’ intervento lo studio dell’attività ludico-sportiva nei bambini, nei ragazzi, ma anche negli adulti e negli anziani. Tale ambito si pone come strumento fondamentale anche per quello che attualmente viene definito ‘sport per tutti’.

Lo sport ha un ruolo molto importante, da intendersi come ruolo sociale di aggregazione e di accettazione dell’altro, ma ha anche un ruolo legato al rispetto dell’ambiente e al mantenimento dell’attività motoria di ciascun praticante. Lo sport costituisce un elemento di indagine ideale per l’osservazione e lo studio di aspetti legati alla personalità del singolo, del gruppo, ma ci sono anche la motivazione, gli obiettivi, lo studio di tematiche inerenti la collaborazione, la resilienza, il dialogo interiore, la scelta degli obiettivi, l’apprendimento motorio e molto altro ancora.

 

La psicologia dedicata allo sport

La psicologia dello sport studia i processi cognitivi, emotivi e comportamentali collegati con le prestazioni sia degli atleti sia delle squadre in ambito dello sport. In questo settore, così come in moltissimi altri ambienti, è importante poter lavorare su degli obiettivi, è fondamentale infatti poter individuare e impegnarsi al fine di raggiungere una meta, un traguardo, al quale ne seguiranno degli altri, sia per gli atleti singoli, ma anche per le squadre a qualunque livello.

La psicologia dello sport, nel nostro Paese è una materia piuttosto giovane, nonostante questo tale disciplina permette però una vastissima gamma di interventi su molteplici aspetti: infatti gli ambiti principali di ricerca si possono concentrare su una moltitudine di argomenti come ad esempio le relazioni tra percezione, il mondo interiore e le capacità/abilità motorie dell’atleta. La psicologia dello sport, si occupa dei fattori interpersonali e prima ancora intrapersonali dell’individuo, ci sono poi altri elementi, come quello motivazionale che influenza le prestazioni individuali e di gruppo. Una grande importanza hanno le tecniche per la preparazione mentale rispetto alle competizioni, sia di alto, medio profilo, oltre che quelle dedite ai neofiti. Inoltre, la psicologia dello sport si occupa delle caratteristiche della prestazione sportiva da intendersi come ‘peak-performance’, si occupa del miglioramento della propria autoefficacia, ma anche di quella collettiva, si occupa della definizione degli obiettivi, delle tecniche di autoregolazione psicofisica e cognitiva, dello studio dei processi attentivi, in relazione alle richieste delle differenti attività sportive, della tolleranza al dolore nelle attività di sport competitivi.

In vari ambiti, la psicologia dello sport si occupa delle dinamiche di gruppo e di leadership, negli sport di squadra, altri ambiti sono relativi alla relazione tra attività psichica, fisica e motoria e dello sviluppo personale e del benessere psicologico. Molto importante è l’attenzione dedicata alle differenze che esistono, da persona a persona, nelle attività sportive di gruppo, del ruolo e delle funzioni del ‘coaching’ sportivo. In linea generale, la psicologia dello sport, si occupa di promuovere benessere, e promozione della condivisione, dello stare insieme con un fine comune, ovvero quello di poter avere una vita sana ed equilibrata, non solo nella pratica sportiva, quanto nella propria vita, a contatto con se stessi, con gli altri e con l’ambiente circostante.

In ambito professionale, oltre al sostegno psicologico per il conseguimento di prestazioni ottimali per gli atleti e all’incremento del loro benessere psicofisico, la psicologia dello sport presta attenzione ad aspetti come quelli legati alla pratica sportiva che non sono mirati al conseguimento di un obiettivo ‘agonistico’, quanto alla relazione tra pratica sportiva e miglioramento della qualità della vita nelle diverse fasi dello sviluppo della persona, dall’infanzia, all’adolescenza, all’età adulta e oltre, ovvero i super-adulti. In tal senso, vengono presi i contributi di discipline e ambiti di studio differenti, per esempio ci sono quelli tipici legati alla psicologia generale e anche quelli dediti alla psicologia dello sviluppo, altri sono più affini alla psicologia clinica e a quelli a legati psicologia sociale. Molti aspetti, si possono prendere dal costruttivismo, in quanto risulta necessario poter ‘costruire’, letteralmente, la propria esperienza formativa come artefice, attivo e dinamico, sie nello sport che nella vita.

Gli argomenti inerenti alla psicologia dello sport spaziano, dagli effetti dell’attività fisica sulla salute fisica e sul benessere psicologico, sul sonno e l’attività circadiana dell’individuo, sui processi cognitivi come ad esempio l’efficienza psico-fisica, i tempi di recupero, la reattività allo stress, la percezione della fatica e dello sforzo, il concetto di Sé fisico (importantissimo sia nello sport, sia anche per chi non pratica attività sportiva regolare), i disturbi alimentari, l’eccesso di esercizio fisico e anche il doping. Un’attenzione in particolare riguarda la progettazione, realizzazione e valutazione di programmi dediti all’esercizio fisico e di educazione sportiva al fine di migliorare lo stato di benessere di determinate categorie di persone

Le modalità di esercizio professionale comprendono: la valutazione della personalità dell’atleta, della sua stabilità emotiva, della capacità di resistenza allo stress e alle frustrazioni, del suo mondo relazionale, nei vari ambiti (familiare, scolastico, lavorativo, con i compagni di scuola, lavoro, gruppo di amici), molto importanti sono l’applicazione di buone pratiche di ‘mental training’ e di rilassamento come la mindfulness o il training autogeno. Molta importanza assumono l’aumento dell’attenzione, e della concentrazione, con tecniche di ‘self-talk’ o di ‘imagery’ e anche di simulazione, in questo ambito alcuni aspetti si possono riprodurre tramite la tecnologia.

Ci posso essere interventi che si avvicinano ad aspetti più ‘clinici’?

In effetti si: gli interventi di natura clinica possono riguardare disordini di aspetto emotivo, abbassamento motivazionale, distorsioni percettive, riabilitazione psico-motoria e reinserimento dopo infortuni. Alcuni aspetti possono riguardare interventi di supporto nei vari periodi della carriera di un atleta, la gestione di disturbi alimentari, disturbi del sonno e uso di sostanze dopanti. Un ruolo di grande importanza viene rivestito dalle tecniche di counseling intese ad aiutare gli sportivi/atleti a gestire i fattori emotivi e cognitivi che possono influenzare, più o meno, le prestazioni.

Gli psicologi dello sport, sono anche molto impegnati nella formazione psicologica per gli sportivi, per gli insegnanti, i coach, i dirigenti, i tecnici di specifici tipi di sport, sia in contesti federali, sia presso enti di promozione dello sport. Un elemento importantissimo riguarda la promozione di principi etici nello svolgimento di attività sportive. Lo psicologo dello sport interviene a livello individuale, ma considera il gruppo/squadra come contenuto della sua attenzione facilitando le interazioni e la comunicazione all’interno del gruppo, favorendo in oltre la consapevolezza dei differenti ruoli e delle regole del gruppo, stimolando altresì la coesione, il senso di appartenenza, e il lavoro su obiettivi comuni.

Un altro settore di interesse riguarda le questioni organizzative e gestionali a livello manageriale sportiva, infatti lo psicologo dello sport offre la sua competenza nel coordinamento e nella facilitazione delle relazioni tra più gruppi, all’interno di una struttura sportiva. La Psicologia dello sport richiede approcci interdisciplinari rispetto ad altri rami della psicologia, per esempio sviluppo, clinica, organizzativa e del lavoro, sociale, insieme alle scienze dello sport e del movimento come la medicina, la fisiologia, e le scienze dell’educazione. Nel loro lavoro gli psicologi dello sport collaborano con allenatori, dirigenti, tecnici, studenti, genitori, insegnanti di scuola, assistenti sociali, e altre figure di supporto di riferimento alle varie età di intervento.

I settori di intervento

Lo psicologo dello sport può operare professionalmente in differenti contesti operativi: con la scuola primaria e secondaria, per programmi di educazione sportiva con i servizi per l’infanzia e l’adolescenza degli Enti Locali e i servizi socio-sanitari delle ASL, per sviluppo di azioni di promozione dello sport praticato dai cittadini di varie classi d’età, con le associazioni sportive anche universitarie. Può operare come libero professionista nell’ambito di società di società professionistiche di varie specialità sportive, nei settori giovanili delle varie federazioni sportive, nelle palestre, nei centri e società di fitness, centri ludico – sportivi di strutture alberghiere, centri socio pedagogici pubblici o privati, impianti sportivi in cui sono svolte attività motorie o di recupero dell’efficienza psico-fisica e motoria.

Gli utenti principali delle attività svolte dallo psicologo dello sport sono: gli atleti, gli allenatori e lo staff tecnico, i dirigenti di società sportive, gli istruttori di centri educativi e rieducativi, gli insegnanti, i genitori, gli studenti compresa l’Università, i cittadini partecipanti ad attività fisico-motorie, può operare anche come ricercatore in centri di ricerca pubblici o privati e presso le università.

Gli obiettivi (i goal setting)

Il goal setting corrisponde allo sviluppo della pianificazione finalizzate ad ottenere risultati specifici in un periodo di tempo circoscritto. Gli obbiettivi devono, per essere tali, avere determinate caratteristiche: devono essere specifici, stimolanti ma comunque raggiungibili, devono avere una tempistica (ovvero devono avere una ‘scadenza’, devono essere scritti e misurabili nel tempo. Gli obbiettivi a lungo termine devono avere una serie di obbiettivi a più breve termine che progrediscano in stimoli e difficoltà. Gli obbiettivi a breve termine, devono progredire da quelli che sono più semplici da ottenere, fino a quelli che sono più difficili e impegnativi, rispettando così un processo graduale che permetta di: acquisire fiducia in se stessi, migliorare le proprie abilità di performance, mantenere un buon livello di autostima e senso di realtà, aumentare le abilità di collaborazione e dialogo con gli altri, ad esempio compagni di allenamento, docenti, coach, e favorire un buon dialogo interno, ovvero il ‘self-talk’.

Il Self-talk

Il self-talk riguarda i pensieri e il modo di esprimersi che gli atleti utilizzano con se stessi, le frasi del dialogo interno vengono utilizzate per porre attenzione qualcosa in particolare, in modo da migliorare la concentrazione, oppure sono utilizzate con altre tecniche per facilitarne l’efficacia. Le ricerche, così come gli ambiti di studio e quelli applicativi ci fanno vedere che il dialogo interno positivo può portare ad un miglioramento della prestazione della persona. Tramite un dialogo interno positivo è possibile influenzare l’inconscio, con una o più frasi positive è possibile avere delle buone prestazioni di performance sportiva e/o scolastica e lavorativa in genere, risulta come tecnica semplice e di facile utilizzo, per migliorare le proprie abilità psicologiche, tale tecnica è molto utilizzata in ambito sportivo.

La mia esperienza in qualità di psicologo dello sport

Nei miei anni di pratica sportiva ho avuto la possibilità di mettermi alla prova costantemente in diversi settori e ambiti, pur mantenendo durante questa mia ‘esplorazione’ un certo ancoraggio alle discipline marziali, in quanto per un lungo periodo, circa 30 anni, ho svolto con la guida del mio insegnante M° Massimo Conti, il mio percorso nel settore del karate. In questo ambito sportivo, ho potuto conseguire non solo i vari gradi che fanno parte del proprio processo di crescita inerente ai vari passaggi di cintura, quanto acquisire competenze più profonde e di ampio raggio come la partecipazione a trofei in ambito sia nazionale che internazionale, mi sono potuto dedicare al settore arbitrale, e alla formazione dei docenti, intraprendendo, il mio percorso di ‘psicologo dello sport’ nell’ormai lontano 2007. Negli anni sia antecedenti a tale data, sia a seguire, ho approfondito la mia conoscenza in altri ambiti quali: nuoto presso la Fin, Federazione Italiana Nuoto, canottaggio Presso la FIC, Federazione Italiana di Canottaggio, canoa presso la Federazione Italiana di Dragon Boat, tiro con l’arco presso la Fitarco e la Fitast, Federazione Italiana di tiro con l’arco storico. In queste discipline non solo ho potuto conseguire il titolo di insegnante tecnico, ma ho potuto collaborare con una moltitudine di figure professionali tra atleti, coach, tecnici, dirigenti sportivi e medici, ai quali sono grato per avermi dato la possibilità di poter mettere in pratica, cimentandomi in materia di psicologia dello sport. In questi anni di pratica ho collaborato con l’Aikam, Accademia Italiana di Karate e Arti Marziali, ex Awkj-Italia, con il Circolo Canottieri Sabaudia, per l’attività di canoa, canottaggio e dragon boat, nel settore nuoto ho collaborato con diverse strutture nel territorio di Roma e del Lazio in qualità di docente di scuola nuoto e in qualità di psicologo dello sport, sia per praticanti non agonisti, sia per atleti agonisti, nel settore del tiro con l’arco collaboro con la Uisp ente di promozione ‘Unione Italiana Sport per Tutti’, occupandomi della formazione per i futuri docenti, promuovendo tematiche inerenti alle attività ludico-motorie e sportive per tutte le età.

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