Il corpo come espressione del disagio interiore
I disturbi psicosomatici sono rappresentazioni corporee di un malessere interiore che prende forma nel corpo e tramite il corpo. Per comprendere il disagio non ci si deve fermare al corpo fisico ma volgere lo sguardo all’immateriale, all’anima che prende corpo, che diventa medium, un tramite per dare voce alla sofferenza dell’anima.
La forma che prende, l’aspetto corporeo specifico, è funzionale al progetto dell’anima di esprimere il proprio malessere “drammatizzandolo” nel corpo che diventa il teatro della rappresentazione che l’anima mette in scena per essere ascoltata, perché venga alla luce il proprio disagio inespresso.
L’approccio psicosomatico aiuta, da voce, ascolto e parola a quel disagio nella sua espressione corporea.
Il malessere interiore può esprimersi nell’apparato gastrointestinale, cardiocircolatorio, respiratorio, genitale, la cute e il sistema scheletrico – muscolare, decide lui quale aspetto corporeo lo rappresenta al meglio.
Il fuoco nello stomaco
Mario: non riesco a liberarmi da questa sensazione dolorosa che provo nello stomaco … un bruciore, a volte ho la percezione come di avere un fuoco nello stomaco. Prendo il farmaco,il Maalox e me lo attenua ma poi si ripresenta.
Terapeuta: lei mi dice che sente puzza di bruciato, poi avverte il fuoco e chiama i pompieri (il Maalox) per cercare di spegnerlo. Poi però c’è un piromane che l’attizza di nuovo … una lotta. Una lotta tra il fuoco e chi cerca di spegnerlo.
Mario: una lotta infinita.
Terapeuta: che si sta svolgendo dentro il suo stomaco e lei assiste da spettatore con un posto in prima fila.
A volte i nostri disagi interiori vengono rappresentati nei sogni, nei modi di dire, come nel corpo.
Nel corso della cura, il fuoco dentro il corpo fisico di Mario, ha fatto emergere un fuoco, una passione inconfessabile nell’anima. Non ci è stato più bisogno dei pompieri e il fuoco bruciante, nemico si è trasformato in caldo appagante.
Cuore aritmico
Luca: da un po’ di tempo soffro di una aritmia fastidiosa che il cardiologo dice essere di natura psicosomatica.
Terapeuta: il suo cuore da un po’ le crea fastidio.
Luca: sì mi da fastidio perché non lo sento regolare.
Terapeuta: non sta al copione rassicurante del cuore ordinato, del battito regolare.
Luca: no, sembra battere per i cavoli suoi, un cuore un po’ pazzo.
Terapeuta: come la canzone : un cuore matto, matto da legare.
Luca: da legare … ma sono io il legato, la mia vita è legata, è legata ai soliti ritmi sempre uguali a se stessi, regolari, fossilizzati, una vita rigida, fissa, schematica controllata e priva di imprevisti …
Terapeuta: e il suo cuore non ci sta, si ribella, reclama la libertà di battere come gli va.
Luca: fuori dagli schemi.
Terapeuta: forse le sta dicendo qualcosa.
Luca: forse … mi è venuta un’idea pazza .. sa desidererei prendermi un fuoristrada.
Terapeuta: per permettersi di andare fuori dalla strada conosciuta, rassicurante, il previsto ,per andare e esplorare terreni poco conosciuti, senza meta, il terreno dell’imprevisto o del non previsto.
Luca: sarebbe bello, una pazzia, ma sarebbe bello.
Fonte: www.psicologionline.net